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#BePatient

“Come voi avete occhi per vedere la luce, e orecchie per sentire i suoni, così avete un cuore per percepire il tempo. E tutto il tempo che il cuore non percepisce è perduto, come i colori dell'arcobaleno per un cieco o il canto dell'usignolo per un sordo.“


Da bambina amavo molto un libro, che ho letto e riletto varie volte e che custodisco gelosamente in libreria: “Momo” di M.Ende.

Il tema centrale del romanzo è il tempo, il modo in cui viene impiegato nella nostra società; è ricco di simboli e immagini fantastiche, ma è una critica alla frenesia della vita moderna.

Mi sono ritrovata a ripensarci in questi giorni, in cui tutto è sospeso e tutti stiamo riscoprendo l’importanza di vivere davvero il nostro tempo quotidiano, dando più importanza alle piccole cose.

Nel post precedente ho iniziato a parlarvi dei benefici fisici della musica.

Oggi vi vorrei parlare degli effetti benefici a livello mentale..e il primo ha proprio a che vedere con il tempo.


  • TEMPO

Per riuscire a studiare ogni giorno, dobbiamo diventare bravi ad organizzare il tempo che abbiamo a disposizione per fare in modo che le ore davanti al nostro amato strumento trovino una routine. Quando si è molto impegnati non è facile incastrare tutti gli impegni, ma meglio magari dedicarsi un po’ meno allo studio in una giornata particolarmente piena piuttosto che non farlo del tutto!


  • CONCENTRAZIONE

Focalizzare è fondamentale per imparare a suonare uno strumento, per studiare a casa, per sostenere una lezione, un saggio, un concorso, un concerto.

In fase di studio è fondamentale per evitare di perdere tempo concentrandosi magari su qualcosa che non è funzionale o disperdendo le energie, in concerto per addentrarsi in ciò che stiamo suonando, per riuscire a dare il meglio di noi e per far sì che l’immenso lavoro fatto possa arrivare a chi ci ascolta. A lezione la concentrazione è fondamentale per mettere in pratica i consigli che ci vengono dati, per capire a fondo cosa si sta sbagliando, per imparare a gestire una frase musicale al meglio e riuscire poi a rifarlo da soli.


  • PRESTAZIONI MENTALI

Suonare è come fare un allenamento per ogni parte del cervello. Aiuta a migliorare le prestazioni mentali e la memoria. Ci sono prove del fatto che la musica possa aiutare un paziente a riprendersi da un ictus, o rallentare l’insorgenza di demenza senile o Alzheimer.


  • COORDINAZIONE

Usare dita, mani, braccia e piedi in modo ritmico per un tempo prolungato è una bella sfida per le nostre capacità di coordinazione. Alla lunga la coordinazione motoria generale ne risentirà positivamente!


  • LETTURA

La lettura della musica aiuta a rafforzare la capacità di elaborare informazioni. Crea nuove connessioni tra le sinapsi del nostro cervello. Per questo, leggere e assorbire informazioni da altre fonti diventerà più semplice.


  • ASCOLTO

L’apprendimento della musica non migliora solo le nostre capacità di ascoltare i dettagli: ci aiuta anche ad ascoltare. Sia da soli che suonando con altri, tanti sono gli aspetti a cui prestare ascolto: questo può farci diventare ascoltatori migliori anche nella nostra vita quotidiana.


  • MATEMATICA

Imparare la musica si basa sul riconoscimento di schemi, che di per sè è matematico. Imparare che la musica è divisa in battute e come queste battute sono a loro volta suddivise può aiutarti a migliorare le tue abilità matematiche!


  • PAZIENZA

Ebbene sì, lo studio della musica esercita anche la nostra pazienza. Non bisogna mai avere fretta: abbiamo bisogno di tempo per imparare un brano nuovo, un passaggio difficile, per riuscire ad essere fedeli al fraseggio di un compositore. La pazienza è tutto.


Anche in questo periodo la pazienza è d’obbligo.

Con pazienza, siamo tutti sospesi, tutti in attesa.

Per citare di nuovo “Momo” - che vi consiglio di leggere -

"Non si può mai pensare alla strada tutta in una volta, tutta intera capisci? Si deve soltanto pensare al prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa.

Così deve essere. E di colpo uno si accorge che, passo dopo passo, ha fatto tutta la strada. Non si sa come.... e non si è senza respiro. Questo è importante."




 

Vi lascio anche oggi un ascolto, sempre Mozart, ma questa volta un Concerto per pianoforte e orchestra tra i più famosi e che amo di più, nella versione di G.Sokolov, musicista geniale ed uno tra i miei pianisti di riferimento: Concerto n.23 in La Maggiore K 488.



Questo Concerto è caratterizzato da una speciale brillantezza e vivacità strumentale, ma presenta anche tratti intimamente poetici e preziosi, con rara fusione tra solista e orchestra. L’Adagio centrale, in fa# minore aperto in un ritmo di siciliana per pianoforte solo, è pensoso, doloroso, quasi sospeso.

Ma poi arriva un Allegro assai, e torna il La Maggiore.

[ Per gli amanti del cinema, il Concerto è stato usato nel film “Incompreso“ di L.Comencini del 1967 - che quando ero bambina veniva replicato tantissime volte in TV. ]

Buon ascolto!

Sara

 


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