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Il corpo che suona


Appunto 3 - Mindfulness per musicisti


Il corpo che suona. La sensibilità sottile che guida il gesto



Molti musicisti lavorano su postura, tecnica, intenzione… ma quasi nessuno lavora sulla sensazione fisica che precede ogni gesto.


Eppure sono proprio quelle micro-sensazioni — spesso ignorate — che decidono la qualità del suono, la fluidità dei movimenti, la stabilità dell’attenzione.


Non parlo di “calmarsi”.

Non parlo di “respirare meglio”.

Quello lo abbiamo esplorato negli Appunti precedenti.


Qui parlo del corpo come strumento primario:

la parte che sente prima ancora di suonare.



1. Il corpo anticipa sempre il gesto


Prima di eseguire una frase, accade qualcosa di fisico, minuscolo, ma decisivo:

• il peso del braccio si distribuisce

• le scapole si muovono appena

• i polpastrelli percepiscono la superficie dei tasti

• il bacino decide l’equilibrio

• i piedi “fissano” il terreno

• l’attenzione si amplia o si restringe


Sono micro-disponibilità.

Segnali fisici che danno al corpo l’informazione “posso muovermi” oppure “mi irrigidisco”.


Non sono tecnicismi:

sono sensazioni reali, percepibili, allenabili.



2. Sensazioni ignorate vs sensazioni utili


Ecco esempi fisici che ogni musicista può riconoscere:


Segnali ignorati

• spalle che salgono leggermente quando arriva un salto

• bacino che arretra appena prima di un passaggio difficile

• dita rigide già prima di mettersi a suonare

• mascella serrata senza accorgersene

• piedi “sollevati”, non radicati

• schiena che diventa “bloccata”, non più elastica


Sono segnali di “non disponibilità”.

Niente di drammatico: solo informazioni non ascoltate.


Segnali utili

• scapole che si aprono

• torace che resta “vivo” anche nei forti

• bacino che rimane morbido

• mani che percepiscono la temperatura dei tasti

• dita libere, non contratte

• piedi stabili, che danno un riferimento chiaro


Queste sensazioni non servono a calmarti.

Servono a suonare meglio.



3. Body-scan tecnico (30 secondi) — versione concreta


Eseguibile ovunque, anche tra due pagine di studio.


1. Piedi


Premi a terra per un istante.

Senti se la pressione è uguale o diversa.

→ Questo dà al corpo un “centro”.


2. Bacino


Nota se è bloccato o mobile.

Muovilo di poco.

→ Questo cambia subito l’equilibrio al pianoforte.


3. Colonna


Percepisci la lunghezza, non la postura.

→ La colonna organizza le braccia, non il contrario.


4. Scapole


Lascia che si aprano come due tende.

→ Questo libera il braccio per i salti e i legati.


5. Polpastrelli


Sfiora i tasti senza suonare.

Senti peso, forma, temperatura.

→ Questo migliora articolazione e risposta.


6. Respiro microscopico


Non cambiare il respiro.

Senti solo dove lo percepisci.

→ Questo dà lentezza interna senza “calmarsi”.


Non è una formula magica, ma un aiuto.

Qualcosa di concreto che può cambiare il proprio stare allo strumento.

In 30 secondi così il corpo è più disponibile.



4. Il corpo è il primo strumento


Prima del suono, prima del pensiero, c’è la percezione interna.


È lì che nasce:

• fluidità

• controllo

• equilibrio

• qualità del tocco

• solidità tecnica


E soprattutto:

un modo diverso di abitare lo strumento.


Allenare queste sensazioni è come accordare il corpo.


Il gesto cambia.

Il suono cambia.

Tu cambi.



Perché il corpo che sente, suona meglio.



Vi leggo nei commenti!

Sara



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Photos by Sara Aresu Photography.
© 2025 SARA COSTA. All rights reserved. 

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